Hydrogen Horizons – Elettrolizzatore: cos’è e come funziona

Nel dibattito sulla transizione energetica, l’idrogeno sta conquistando sempre più spazio. Ma per capire davvero il suo ruolo, bisogna partire da uno strumento tanto tecnologico quanto semplice nel concetto: l’elettrolizzatore.
È la macchina che permette di produrre idrogeno a partire dall’acqua, utilizzando elettricità. E quando quella elettricità proviene da fonte rinnovabile, il risultato è un idrogeno completamente “verde”.

Dall’acqua all’energia: il processo passo dopo passo

Un elettrolizzatore funziona applicando una corrente elettrica all’acqua. La molecola di H₂O, composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, viene “scissa” grazie a questo impulso di energia.
Il processo si chiama elettrolisi e porta a due risultati distinti:

  • Idrogeno (H₂), che può essere raccolto e utilizzato come vettore energetico in diversi settori—dall’industria alla mobilità.
  • Ossigeno (O₂), un sottoprodotto spesso rilasciato in atmosfera o utilizzato in ambito industriale.

L’idrogeno ottenuto è un gas leggero, pulito e molto versatile. Può essere stoccato, trasportato, trasformato in elettricità tramite celle a combustibile o impiegato nei processi industriali ad alta temperatura. Il punto di forza è che durante il suo utilizzo non emette CO₂.

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Perché l’energia rinnovabile fa la differenza

L’elettrolisi è un processo semplice, ma non banale: richiede elettricità.
E qui entra in gioco un fattore decisivo. Se l’energia che alimenta l’elettrolizzatore proviene da fonti fossili, l’idrogeno prodotto non può essere considerato pienamente sostenibile.
Quando invece si utilizza energia da fotovoltaico, eolico o altre fonti rinnovabili, si ottiene il cosiddetto idrogeno verde, una delle soluzioni più promettenti per ridurre le emissioni nei settori difficili da elettrificare.

Un tassello chiave della transizione energetica

Gli elettrolizzatori non sono solo macchine: sono abilitatori di un nuovo modo di produrre e utilizzare energia.
Permettono di trasformare l’elettricità rinnovabile—spesso variabile e intermittente— in un vettore stabile, accumulabile e trasportabile. È un passaggio fondamentale per costruire sistemi energetici più flessibili, resilienti e a basse emissioni.
Scopri come NHP può aiutarti in questo viaggio, scrivendoci oggi stesso.

Hydrogen Horizons – Cos’è l’idrogeno verde e perché è fondamentale per la decarbonizzazione industriale

L’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’universo: leggero, versatile, potente. Eppure, per quanto sembri paradossale, in natura non si trova quasi mai allo stato puro. Per ottenerlo bisogna estrarlo, e il modo in cui lo si produce fa tutta la differenza.
In questo primo articolo della rubrica Hydrogen Horizons vogliamo chiarire perché oggi si parla così tanto di idrogeno verde e quale ruolo sta assumendo nella decarbonizzazione dell’industria. Ne avevamo già accennato in un approfondimento precedente — ne abbiamo parlato qui — dove spiegavamo cosa distingue l’idrogeno verde da quello blu e grigio. 

L’idrogeno è definito “verde” quando viene prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua alimentata esclusivamente da fonti rinnovabili. È una tecnologia elegante nella sua semplicità: scindere l’acqua in idrogeno e ossigeno utilizzando elettricità pulita. Il risultato è un vettore energetico completamente privo di emissioni dirette di CO₂, capace di garantire grande flessibilità d’uso senza impatti climatici.

idrogeno verde

Ma perché è così centrale per la decarbonizzazione industriale?

Perché esistono settori produttivi — i cosiddetti hard-to-abate — in cui l’elettrificazione non basta. Acciaierie, cementifici, impianti chimici e industrie ceramiche richiedono temperature estremamente elevate e processi che non possono essere alimentati soltanto con energia elettrica. Qui entrano in gioco le molecole, e tra tutte, l’idrogeno verde è quello che permette di sostituire carbone, gas naturale e combustibili fossili senza stravolgere l’intero impianto produttivo.

L’impatto è sorprendente: sostituire una tonnellata di idrogeno grigio con idrogeno verde può evitare fino a dieci tonnellate di CO₂, e il beneficio cresce ulteriormente quando l’idrogeno rinnovabile sostituisce direttamente combustibili fossili nei processi industriali. Parliamo di una delle più importanti “leve climatiche” a disposizione dell’industria nel breve-medio periodo.

idrogeno verde e decarbonizzazione

Oltre al beneficio ambientale, c’è un altro aspetto fondamentale: l’idrogeno può essere stoccato, trasportato e utilizzato quando serve. Questa caratteristica lo rende una riserva strategica, capace di compensare l’intermittenza delle fonti rinnovabili e di garantire maggiore stabilità ai sistemi produttivi. Per le aziende significa minore esposizione alla volatilità dei prezzi del gas, maggiore autonomia e un controllo più solido dei costi energetici.

idrogeno verde e decarbonizzazione
Dopo il 2030 la capacità di idrogeno verde accelera (asse sinistro) e comincia a entrare nei settori a più difficile decarbonizzazione (hard-to-abate).

L’espansione dell’idrogeno verde, inoltre, sta già stimolando la nascita di intere filiere industriali: dalla produzione di elettrolizzatori alle infrastrutture di compressione e stoccaggio, fino allo sviluppo di nuovi distretti tecnologici. È un vero e proprio volano di innovazione e competitività.

L’idrogeno verde non risolve tutto, ma rappresenta una componente imprescindibile della transizione energetica. È l’unico vettore in grado di intervenire nei settori più difficili da decarbonizzare, e per questo merita un’attenzione dedicata. In NHP, con Hydrogen Horizons vogliamo raccontare questo percorso, mostrando come tecnologie, normative e modelli industriali stiano convergendo verso un nuovo modo di produrre e utilizzare energia.

Benvenuti in questo viaggio: l’innovazione sta prendendo forma, una molecola alla volta.

Costruisci il tuo hub di mobilità, un mattoncino alla volta

Immagina un sistema di mobilità come un set di mattoncini Lego: ogni componente si incastra con precisione per creare un’infrastruttura efficiente, sostenibile e soprattutto su misura per chi la utilizza. Questo è il concetto alla base dell’hub di mobilità sviluppato da NHP, una soluzione modulare e scalabile pensata per rispondere alle esigenze di cittadini, imprese e amministrazioni locali.

Un nodo intermodale per la mobilità del futuro

Gli hub sono progettati per inserirsi in punti strategici del tessuto urbano, come aree di interscambio con il trasporto pubblico locale, parcheggi di prossimità o piazze cittadine. La loro versatilità consente un’installazione flessibile, che si adatta alle caratteristiche del luogo e si integra facilmente con le infrastrutture già esistenti. Il risultato? Una mobilità più connessa e sostenibile.

Soluzioni modulari per esigenze diverse

Come in un set di Lego, anche negli hub di mobilità alcuni pezzi sono fondamentali per dare stabilità e funzionalità alla struttura: impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo sono tra questi “must have”, che garantiscono l’autonomia energetica e l’efficienza dell’intero sistema.

Ma ogni hub può essere personalizzato e ampliato con una varietà di servizi e tecnologie, per costruire una soluzione su misura:

  • Stazioni di ricarica per veicoli elettrici, alimentate da fonti rinnovabili;
  • Servizi di mobilità condivisa (car e bike sharing elettrico) per ridurre traffico e emissioni;
  • Dispositivi per il monitoraggio della qualità dell’aria;
  • Infrastrutture per l’idrogeno verde, per promuovere nuove forme di energia pulita;
  • Smart lockers, compattatori e sistemi di raccolta differenziata intelligente;
  • Casa dell’acqua e altri servizi smart di prossimità.

Ogni modulo è un mattoncino che puoi aggiungere al tuo hub per renderlo sempre più completo, efficiente e adatto alle esigenze di chi lo vive ogni giorno.

nhp hub mobilità sostenibile

Un modello replicabile per città sostenibili

Il design a mattoncini rende questi hub facilmente replicabili: ogni città può costruire il proprio “set” di mobilità sostenibile, scegliendo i moduli più adatti al proprio contesto.

Un esempio concreto è l’esperienza avviata a Bollate (MI), dove è stato installato un hub sperimentale con un’eco-stazione energeticamente autosufficiente, dotata di car e bike sharing elettrico. Nonostante alcune criticità successive all’installazione, il progetto rappresenta un interessante modello di transizione energetica urbana, replicabile in altri contesti locali con le dovute personalizzazioni.

Sei pronto a costruire il tuo futuro energetico? Contattaci per scoprire come un hub come quello di Bollate può aiutarti a risparmiare energia e proteggere l’ambiente.